La Villa, costruita su probabile progetto di Pizzocaro, risale al 1666 ma fu ampliata nel Settecento con un portico di Domenico Cerato e adornata in facciata delle sculture di Marinali, conservava nel salone tre tele giovanili di Giambattista Tiepolo su temi di miti classici; nel parco storico una peschiera e statue di Marinali, con attigua una chiesetta seicentesca.
L’insieme edilizio è connotato tipologicamente da tre corpi tra loro storicamente collegati:
-La villa propriamente detta;
-Il complesso di fabbricati e porticati adiacenti a nord e costituenti una corte nobile ad essa direttamente collegata;
-Una zona rurale ad “L” costituita da un lungo portico chiuso a sud, aperto a nord e da un basso insieme di edifici rurali complementari ad est.
L’area rurale che costituisce l’intorno della villa comprende l’insieme dei terreni adiacenti e funzionali alla stessa. L’intervento in progetto prevedeva di coniugare la conservazione dell’impianto monumentale con le esigenze della committenza e fermo restando che la condizione della villa rimane inalterata, questo Piano di Recupero è finalizzato alla riqualificazione architettonica delle pertinenze rurali.
Il Piano di Recupero ha come obiettivo il riutilizzo funzionale della corte agricola e degli annessi rustici ad essa prospicienti, rispettando le norme urbanistiche vigenti.
Collaboratori di Eugenio Motterle
- Alberto Riccardo Motterle
- Francesca Pretto
- Arlene Frestazzi