Categoria: Ambiente
Bioarchitettura e riqualificazione delle preesistenze
La bioarchitettura è un tipo di approccio all’architettura focalizzato sulla progettazione di edifici che siano il meno possibile impattanti sull’ambiente. Si sviluppa negli anni ’70 con il nome di Baubiologie, per poi fiorire nell’ambito più allargato dello sviluppo sostenibile e della decrescita.
L’architettura delle origini sfruttava unicamente le risorse energetiche disponibili, senza generare sprechi o stravolgimenti degli elementi naturali. Principale motivo della deviazione da questa retta via nel XX secolo è il ricorso ai combustibili fossili, che unito ad uno sfruttamento indiscriminato delle possibilità offerte dalla tecnologia, porta ad allontanarsi sempre più da una concezione umana e sostenibile dell’architettura.
E’ molto importante ricordare, per preservare la rotta verso la direzione sostenibile in ambito architettonico, che l’investimento energetico coinvolto nella costruzione di un edificio riguarda tutto il suo ciclo di vita: per questo è necessità primaria per un progetto architettonico trovare un equilibrio fra l’aspetto formale e quello energetico. Le risorse rinnovabili non sono inesauribili, e il loro uso deve quindi essere proporzionato al loro tasso di rigenerazione.
Bioarchitettura e riqualificazione urbana
Altra caratteristica dell’architettura sostenibile è un ritorno di attenzione verso gli edifici storici, che rispecchia una rinnovata consapevolezza del valore umano nella costruzione degli spazi abitativi: si riscopre la storia che sta dietro al tessuto urbano, al rapporto di equilibri architettonici fra gli edifici e ai valori materiali e immateriali che tutto questo, insieme, racchiude. Conseguenza importante è la rivalorizzazione degli edifici esistenti in direzione di un loro uso rinnovato che, rispondendo alle esigenze della contemporaneità, preservi la ricchezza del passato.
Parole chiave per un’architettura consapevole sono la riqualificazione energetica e il contributo alla comunità nella quale è inserita, in termini di qualità della vita e promozione della socialità.
Il rapporto uomo-natura è la base fondamentale di cui avere cura nella progettualità di qualsiasi ambito disciplinare che abbia a cuore il valore della vita.
I frutti di Marta a Villa Zileri
“I frutti di Marta” è un’azienda agricola della provincia di Vicenza. Fondata da Marta e Eugenio, si avvale della collaborazione di altri quattro soci.
L’azienda si trova a Monteviale, nel parco di Villa Zileri, e propone una forma di agricoltura sociale, prevedendo cioè l’inclusione di persone svantaggiate, e la possibilità di inserimenti lavorativi e attività terapeutiche rivolte a soggetti con disabilità psico-fisiche.
Il progetto attuale principale de “I frutti di Marta” riguarda la creazione di un frutteto dal sapore antico, laddove quella terra che ora è parte di un bosco, era un tempo lavorata dall’uomo. In questa area sono esistiti per secoli terrazzamenti coltivati a vite, che ora verranno convertiti nella coltivazione di mele e pere “antiche”, e piccoli frutti rossi.
L’idea è che il frutteto diventi un elemento del parco di Villa Zileri, al quale apporterà il beneficio della propria bellezza e dei colori dei frutti, all’ombra dei quali sarà possibile sostare durante la passeggiata nel parco.
Il contesto naturale è infatti di grande importanza: il parco di Villa Zileri è un esempio di armonia fra il paesaggio collinare circostante, e gli elementi storici e culturali che caratterizzano il parco della villa seicentesca.
Ma non solo: come è naturale, la frutta sarà destinata a diventare un piacere per il palato nella forma di marmellate, composte, conserve e mostarde, tutti prodotti di frutta biologica, e quindi sana.
L’obiettivo del progetto è quello di porre cura in qualcosa che, nel suo “piccolo”, porti benessere a chi ne vorrà fruire. Nel lungo termine verranno create anche serre invernali per i frutti piccoli; gli impianti “pilota” serviranno a individuare le varietà di frutti più adatte a essere scelte per la coltivazione.
I frutti del raccolto ottenuto saranno poi venduti attraverso la rete dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), e distribuiti attraverso i negozi che propongono prodotti provenienti da progetti di Agricoltura Sociale.
Si tratta di un progetto di semplice realizzazione solo in apparenza, ma che in realtà richiede molta cura e attenzione, che non mancano da parte di chi, come i soci dell’azienda agricola “I frutti di Marta”, ha a cuore l’armonia fra natura ed essere umano, ben rappresentata dalla coltivazione di un alimento naturale, sano e nutriente come la frutta.
Sgravi fiscali e riparazioni. L’esempio svedese
Come si fa a ridurre la quantità di rifiuti che vengono prodotti?
Semplice: si prova a ripare ciò che non funziona evitando di gettarlo nella pattumiera. Questa, almeno, è la strategia a cui hanno pensato in Svezia, dove il Governo sta lavorando su una proposta di legge finalizzata a introdurre sgravi fiscali a favore di chi ripara e, in particolare, per il recupero di elettrodomestici, di bici, di calzature e di abiti.
Incentivi che, secondo quel che ha spiegato il ministro delle Finanze Per Bolund, dovrebbero essere in grado di ridurre i costi in modo significativo, in modo tale che la scelta di riparare la merce sia più razionale dal punto di vista economico.
Il governo svedese, per altro, è da tempo impegnato nel tentativo di ridurre la propria impronta di carbonio: le emissioni di anidride carbonica si sono ridotte di più del 20% rispetto ai valori degli inizi degli anni Novanta, ma sono cresciute quelle connesse al consumo.
Ciò non toglie che vi sia un interesse sempre più consistente, da parte degli stessi consumatori svedesi, per un consumo più sostenibile.
Ecco, quindi, che il governo scandinavo ha ipotizzato un percorso da seguire, con la proposta normativa che intende tagliare l’aliquota Iva, dal 25 al 12%, sulle riparazioni di scarpe, vestiti e biciclette.
Non è tutto: nel caso in cui la proposta di legge venisse approvata, i consumatori avrebbero la possibilità di chiedere un rimborso per il costo delle riparazioni delle lavatrici, delle lavastoviglie, dei forni e dei frigoriferi che potrebbe essere scaricato sull’imposta sul reddito.
I calcoli di cui parla Bolund riferiscono che, così facendo, le spese sostenute si ridurrebbero di più del 10%. A esserne favorito sarebbe di certo il mercato nazionale del recupero, anche se – d’altro canto – è facile prevedere una levata di scudi da parte delle varie aziende che producono gli elettrodomestici.
Fonte: rinnovabili.it
Architettura sostenibile e falsi miti
L’ambientalismo è un tema sempre più caldo, diventato ormai un mare magnum nel quale ci si perde facilmente. Nel 1986 l’ambientalista Jay Westerweld ha coniato un neologismo: greenwashing, ovvero la velleitaria auto-attribuzione di virtù ambientaliste in diversi ambiti, da quello aziendale a quello dell’associazionismo, fino alla politica.
Allo stesso modo è stato detto tanto sull’Architettura Sostenibile, creando confusione sul reale significato del termine. Molti falsi miti sono stati creati per nascondere spesso attività pesantemente impattanti da parte di soggetti per i quali agire in modo sostenibile rappresenta una soluzione “scomoda“.
Importante per districarsi fra le diverse opinioni è capire innanzitutto cosa si intenda per sostenibilità, ovvero un processo di sviluppo che tenga conto dell’equilibrio fra capitale economico, umano e naturale, e che porti a un miglioramento sensibile e duraturo della qualità della vita.
Architettura sostenibile: le bugie da smascherare
- La sostenibilità costa
In ogni ambito della vita quotidiana è facile riconoscere come le soluzioni considerate più rapide ed economiche si rivelino alla lunga infruttuose e dispendiose. Lo stesso vale per le costruzioni sostenibili, che a fronte di un ormai irrisorio investimento iniziale, portano a un incremento medio dell’1,4% con un risparmio energetico che arriva fino al 35% in più rispetto a quelle tradizionali. - Risparmio energetico significa sostenibilità
Non sempre è così: un edificio che rientra nella classe energetica A potrebbe non rispondere ad altri parametri di sostenibilità, quali ad esempio i materiali usati per la costruzione, quelli di isolamento termico, la posizione dell’edificio, la vivibilità, e molti altri fattori che concorrono a una visione olistica del tema. - Sostenibilità e architettura di qualità non vanno d’accordo
Nulla di più sbagliato. Perchè possa essere considerato valido è necessario infatti che in un progetto architettonico obiettivi congiunti siano la qualità della vita e la qualità della forma.
Fonte: Alberto Motterle per www.vvox.it
Case e costruzioni in legno
Dati confortanti per l’Italia che si posiziona al al quarto posto in Europa tra i paesi produttori di costruzioni in legno, segno dell’evidente presa che l’edilizia sostenibile acquista anche nel Bel Paese.
I vantaggi di una scelta che vada in questa direzione sono tanti, e riguardano fattori di risparmio sia ecologico che economico.
Il legno è un materiale antico, che sempre più sta tornando all’attenzione per le numerose caratteristiche che lo rendono la risposta ideale a esigenze attuali, estetiche e funzionali.
I vantaggi delle costruzioni in legno
Una casa in legno, isolata con materiali naturali, consente un risparmio energetico del 40% in più rispetto all’edilizia tradizionale, e risparmio di tempo di lavoro, in quanto il processo di costruzione risulta più rapido.
Il legno è un materiale resistente, duraturo, e sicuro: è un materiale ottimale per edifici antisismici, e nonostante possa sembrare paradossale, si rivela allo stesso modo affidabile in caso di incendio, essendo un cattivo conduttore di calore. Offre anche alti livelli di comfort, essendo un ottimo isolante, sia termico che acustico.
E’ un materiale vivo e flessibile, che si adatta di volta in volta alle condizioni climatiche. Assorbendo l’umidità dell’aria quando è in eccesso, e rilasciandola quando invece è troppo asciutta, riesce a evitare il formarsi di muffe e condense. Garantisce quindi anche l’igiene della casa, essendo oltretutto anche facile da pulire.
La scelta di una casa in legno rientra fra le soluzioni che aiutano l’ambiente: il legno infatti è un alleato nell’azione di contrasto di quella che è una delle maggiori cause di inquinamento del nostro tempo, ovvero l’aumento del CO2, perchè è un materiale CO2 neutro, ovvero accumula una tonnellata di CO2 per metro quadro, rendendo quindi migliore l’aria che si respira.
Si può quindi concludere facilmente come il legno sia un materiale che racchiude in se stesso molteplici vantaggi, che fanno cadere senz’altro la bilancia dalla sua parte, anche nel caso della progettazione di un edificio abitativo.
Fonte: Alberto Motterle per www.vvox.it